Sintonizzati sull’Inclusione: La Radio Come Strumento di Supporto per l’Autismo

Perché ARI RE Lombardia ODV aderisce a questa iniziativa e come possiamo essere utili

Abbiamo scelto di aderire a questa iniziativa della sezione ARI di Sondrio perché crediamo profondamente nel valore della comunicazione come strumento di inclusione sociale. La radio, che da sempre rappresenta un mezzo per abbattere le distanze e mettere in contatto le persone, può diventare un canale di sensibilizzazione e supporto per le persone con autismo e per le loro famiglie.

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L’iniziativa nasce dalla testimonianza diretta di un padre nostro socio e volontario ARI RE Lombardia ODV che ha compreso l’importanza di diffondere la conoscenza dell’autismo e di creare strumenti che possano migliorare la comunicazione e l’integrazione di chi ne è affetto. Attraverso la nostra esperienza e le nostre competenze, possiamo dare un contributo concreto per portare avanti questo messaggio e favorire l’inclusione.

I radioamatori sono, per definizione, comunicatori. Utilizzano diversi linguaggi – dalla voce al Codice Morse – per trasmettere messaggi in tutto il mondo. Questa capacità può essere impiegata per creare nuove opportunità di apprendimento e interazione per le persone con autismo.

Un esempio significativo è quello del ragazzo autistico soprannominato ‘Samuel’, il quale, grazie all’insegnamento della telegrafia e dell’alfabeto fonetico ICAO, ha trovato un modo efficace e stimolante per comunicare. Questo dimostra come il linguaggio strutturato e musicale del Codice Morse possa rappresentare un valido supporto per coloro che necessitano di un approccio alternativo alla comunicazione verbale.

Il Codice Morse come strumento di comunicazione sensoriale

Il Codice Morse, con il suo ritmo e la sua musicalità, può essere un metodo efficace per stimolare l’interazione e l’apprendimento nelle persone autistiche, in particolare in quelle con un profilo ‘ad alto funzionamento’. La sua struttura chiara e prevedibile può risultare rassicurante e stimolante, favorendo la memorizzazione e la comprensione.

Noi di ARI RE Lombardia ODV siamo pronti a fare la nostra parte e ad essere un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere e sperimentare questa nuova frontiera della comunicazione

:”Un ragazzo di nome AL autistico e il codice Morse:

..” All’età di quindici anni, Al era rimasto affascinato dal codice Morse, il linguaggio di schemi per eccellenza. E quando si interessava a qualcosa, doveva padroneggiarlo. Non riusciva a capire come la maggior parte delle persone si limitasse a immergersi in molti argomenti in modo superficiale: per lui ognuno di essi doveva essere compreso a fondo. Era tutto o niente. Amava il modo in cui nel codice Morse lo stesso messaggio sottostante potesse essere schematizzato in vari modi, usando clic uditivi, flash luminosi o simboli scritti. Amava il fatto che ogni lettera fosse una sequenza unica di punti o linee, che un punto fosse un’unità di tempo e che una linea avesse una durata uguale a quella di tre punti. Amava il fatto che una lettera fosse come una nota musicale, qualcuna valeva una battuta, qualche altra due o quattro battute. Afferrava intuitivamente gli schemi: era un cercatore di schemi nato.

A sedici anni Al se ne andò di casa. Vagò per il paese e scoprì che la sua capacità di padroneggiare il codice Morse poteva fargli guadagnare soldi lavorando come operatore telegrafico. Ma di notte seguiva i suoi interessi più profondi, rimanendo sveglio fino a tardi per continuare a eseguire i suoi “esperimenti al chiaro di luna” su qualsiasi macchinario su cui potesse mettere le mani. Proprio come quando era bambino, amava smontare le cose per vedere come erano state assemblate, per scoprire cosa controllasse cosa. E, una volta fatto questo, era altrettanto entusiasta di assemblarle di nuovo.

A soli sedici anni, Al creò la sua prima invenzione resa di dominio pubblico. Il suo “ripetitore automatico” era un dispositivo che poteva trasmettere segnali in codice Morse tra stazioni telegrafiche non presidiate, in modo che chiunque potesse tradurre il codice quando gli era più comodo. E, come vedremo, avrebbe continuato a inventare per tutta la sua vita adulta...”

Estratto da I geni della creatività  di Simon Baron-Cohen, pubblicato da Raffaello Cortina Editore

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